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Italia Francia pensionistico.

Incuriositi dalla recente mobilitazione dei nostri “vicini” Francesi spieghiamo perché l’innalzamento dell’età pensionistica a 64 anni per cui loro protestano per noi sarebbe motivo di festa nazionale. In sintesi le norme attualmente vigenti nel nostro paese:


Pensione anticipata flessibile

Introdotta nel 2023 e già ribattezzata Quota 103 permette, in via sperimentale e solo per l’anno in corso, di conseguire il diritto alla pensione anticipata al raggiungimento di un’età anagrafica di almeno 62 anni e di un’anzianità contributiva minima di 41 anni.


Opzione Donna

Possono usufruirne le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2022 hanno maturato un’anzianità pari a 35 anni e un’età di almeno 60 anni, ridotta di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni, e che assistono, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità oppure hanno una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74% o sono lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese in crisi.


Pensione di vecchiaia

La prima prestazione pensionistica strutturale è quella di vecchiaia il cui accesso è conseguibile al raggiungimento di un’età anagrafica pari a 67 anni a al perfezionamento del requisito contributivo pari a 20 anni che può essere raggiunto con qualsiasi tipologia di contribuzione, obbligatoria, da riscatto, ricongiunta, volontaria e figurativa..


Ulteriori pensioni di vecchiaia agevolate

Consentono l’accesso con uno sconto di mesi 5 rispetto ai 67 anni a coloro che hanno svolto per almeno 7 anni negli ultimi 10 una delle mansioni cd “gravose” o siano stati addetti a mansioni notturne ed usuranti, oppure a 61 anni di età per gli uomini e di 56 anni di età per le donne ai lavoratori del settore privato con un’invalidità civile certificata non inferiore all’80%.

Pensione anticipata ordinaria

La pensione anticipata è una prestazione pensionistica strutturale che prevede l’accesso a pensione al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli assicurati di sesso maschile e di 41 anni e 10 mesi per le assicurate di sesso femminile sempre accompagnati da almeno 35 anni di contribuzione effettiva.

Come appare evidente, al di là di qualche norma sperimentale e transitoria, il sistema pensionistico italiano è attualmente molto più penalizzante di quello transalpino e non sussiste alcuna previsione concreta in merito alla sostenibilità di condizioni di miglior favore.

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