La pensione anticipata per lavoratori con primo contributo utile post 1° gennaio 1996
- Studio Casadio
- 21 lug
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Stavolta “focus” importante per i lavoratori cosiddetti “contributivi puri , coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996, gli stessi per i quali le aspettative di pensione di vecchiaia vengono aggiornate al rialzo con previsioni che collocano la loro età pensionabile anche oltre i 70 anni di età facendola percepire come un vero e proprio miraggio.
Quest’ultimi, da quest’anno, potranno accedere alla pensione anticipata al compimento di 63 anni, con almeno 20 anni di contribuzione effettiva, qualora il loro assegno pensionistico sia almeno pari a tre volte l’assegno sociale.
Un vero peccato che, per i nostri giovani con una occupazione ed uno stipendio normali, tale valore sia irraggiungibile, a causa delle ridotte aliquote di rendimento attuali del montante contributivo, con i contributi maturati nel solo rapporto di lavoro.
In questo contesto si inserisce la novità, dal 1° gennaio 2025, coloro che avranno aderito alla previdenza complementare nel corso della loro vita lavorativa potranno, previa richiesta, computare la rendita maturata per raggiungere l’importo minimo richiesto senza che tale rendita incida sul calcolo della rata di pensione.
I gestori delle forme di previdenza complementare dovranno, a tale scopo, certificare le rendite maturate secondo criteri oggettivi e trasparenti.
La novità permetterà, ad i virtuosi che ne avranno capita l’importanza, il conseguimento della pensione sette, otto anni prima rispetto all’età prevista per la vecchiaia.
Si cerca, pertanto, di agevolare la flessibilità in uscita e di valorizzare la previdenza complementare come strumento integrativo, accertato che il sistema previdenziale vigente, oppresso da denatalità ed invecchiamento della popolazione, non è più sufficiente.
Sarà necessario monitorare l’applicazione concreta della norma, soprattutto in relazione alle modalità di attestazione e certificazione della rendita complementare da parte degli enti preposti.
Sono state, inoltre, introdotte ulteriori novità, per i cd “contributivi puri”, quali la possibilità di incremento volontario del montante contributivo ed alcuni benefici specifici per le lavoratrici madri.
Costoro possono, infatti, dal 1 gennaio 2025, incrementare il proprio montante contributivo versando una maggiorazione dell’aliquota pensionistica a proprio carico, fino a due punti percentuali. La quota di pensione derivante da tale incremento non concorre al raggiungimento degli importi soglia per la pensione anticipata e viene corrisposta, su domanda dell’interessato, dopo il raggiungimento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia. I contributi versati sono deducibili dal reddito complessivo per il 50% dell’importo.
Per le lavoratrici madri, infine, la riduzione massima del requisito anagrafico per la pensione anticipata è innalzata da 12 a 16 mesi in caso di quattro o più figli, il beneficio si applica anche alla pensione di vecchiaia e deve essere richiesto in sede di domanda.
Un intera generazione, collocabile fino agli attuali 45 anni di età, è interessata dalle novità introdotte, dal canto nostro, auspichiamo un intervento più incisivo e coraggioso sulle lavoratrici madri, quattro figli ed oltre, per le nuove generazioni, sono un dato ormai anacronistico.
Riteniamo, inoltre, indispensabile una opportuna “informazione”, che illustri modalità operative e vantaggi della possibilità di computare la rendita complementare ai fini della maturazione dell’importo pensionistico soglia, per evitare che i buoni propositi restino tali e la norma lodevole divenga inefficace come troppe volte in passato è accaduto.
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